Andiamo Papo!

“Allora importa poco sapere per dove devi andare, — soggiunse il Gatto—
... purché giunga in qualche parte."  [Alice nel Paese delle meraviglie]
 

Non importa, diceva il Gatto per dove devi andare, purché tu giunga in qualche parte.
È questo il moto perpetuo che ho nella testa, da quando un moto perpetuo mi salta sulle gambe e mi chiede di andare.

"Andiamo Papo!" urla e pretende. 

"Dove andiamo?" dico io.

E lei risponde "Fuori!"

Non importa a lei dove andiamo.

Si prepara accanto alla bici, aspetta che io la faccia sedere, mi indica il casco perché sa che Lei se ne accorge quando non lo mettiamo. E poi andiamo Papo.

Non importa che sia vicino o lontano, importa che il viaggio sia divertente, che mentre pedalo le racconto storie, che ci mettiamo in competizione con gli autobus al grido "Ti prendoooo".

Andare, voltarsi indietro per essere certi che Lei ci stia seguendo, guardando di lato per osservare la luce filtrare tra i palazzi, guardare avanti dove ogni luogo è una meta.

Arrivare, ma solo per sostare, per conoscere qualcuno, per raccogliere nuove storie da raccontarci sotto la doccia, mentre mettiamo il pigiama fresco di bucato, godendo della brezza estiva che entra dalla finestra.

Di quelle papere, di quel laghetto, di quel bimbo, di quell’erba verde.

Raccontiamo storie mai esistite che vivremo nel sonno stanco e soddisfatto. 

Tornare a casa, solo per riposarci e pianificare un altro Andare.

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